Oggi, quando telefoniamo, tiriamo fuori uno schermo piatto dalla tasca o mandiamo un comando a un assistente vocale, a prescindere dal luogo in cui ci troviamo. Fino a qualche decennio fa non era così: trovarsi fuori casa, per esempio in vacanza, voleva dire avere per forza a che fare con le cabine telefoniche e con i gettoni.
Sono passati in un soffio questi decenni che hanno visto il cellulare farsi sempre più strada nelle nostre quotidianità. Non è un caso che molte persone abbiano ancora, in qualche vecchio portafoglio, i gettoni che utilizzavano prima dell’esplosione della telefonia mobile. Possederli oggi vuol dire trovarsi con in mano, in alcuni casi, dei piccoli tesori. Non ci credi? Continua a leggere questa guida per scoprire quanto possono valere, nel 2025, questi cimeli del nostro passato analogico.
Quali sono i gettoni del telefono che hanno valore?
I gettoni telefonici hanno iniziato la loro storia in Italia nel lontano 1927 su iniziativa della Stipel, la concessionaria telefonica che copriva i territori del Piemonte e della Lombardia. In principio, potevano essere utilizzati solo in un contesto specifico, ossia i telefoni presenti all’interno del complesso della fiera campionaria di Milano. Nel 1945 arrivò la rivoluzione: il gettone caratterizzato dalla presenza delle inconfondibili scanalature e compatibile con tutti i telefoni pubblici.
A quanto corrisponde il loro valore oggi? Dipende dall’anno, dallo stato di conservazione e dalla presenza di eventuali errori di conio. Facciamo un esempio concreto chiamando in causa i primissimi gettoni, immessi sul mercato dalla Stipel. Nei casi in cui la conservazione è perfetta o è possibile riscontrare errori di conio – il più comune è l’assenza del punto dopo la “L” finale nella scritta S.T.I.P.E.L. – si può arrivare anche a 100 euro per ciascun pezzo.
Catalogo gettoni telefonici: altri pezzi di grande valore
Un altro gettone telefonico di grande valore oggi è quello immesso nel 1928 da parte delle officine TIMO di Bologna. I singoli pezzi sono contraddistinti dalla presenza, su uno dei lati, di una doppia scanalatura. Sulll’altro, invece, è possibile vedere una scanalaura singola. Ecco altre peculiarità che li caratterizzano e che è importante osservare:
- Presenza, sul lato dove si può vedere il doppio solco, del riferimento all’anno 1928.
- Sul medesimo lato, è possibile trovare anche il nome dell’officina.
- Appare altresì, riportato con il numero romano “VI”, il riferimento al numero di anni passati dalla marcia su Roma, considerata, ai tempi del regime, l’inizio dell’era fascista.
Questo gettone, a oltre 90 anni dalla sua ideazione, è oggi a dir poco raro. La sua base d’asta parte da un prezzo compreso tra i 100 e i 200 euro. Ancora più raro è il cosiddetto “gettone Telve”. In questo caso, per raccontare la sua storia in breve dobbiamo fare un salto in avanti di pochi anni, ossia al 1932.
Con il dritto contraddistinto dalla presenza di una scanalatura sulla destra e della scritta “Società Telefonica delle Venezie”, è un esemplare che può essere definito, a ragione, rarissimo. Il suo valore all’asta può arrivare fino a 250 euro per ogni singolo pezzo. Degno di nota è infine il caso degli ultimi gettoni utilizzati in Italia, la cui storia ha avuto inizio nel 1959, per finire nel 2001. Realizzati in ottone, hanno oggi un valore che cambia a seconda delle sigle riportate. Tra le più interessanti spiccano la 75/02 e la 77/06. Con gettoni che riportano la sigla 77/04, si può arrivare anche a un valore unitario di 50 euro.