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Kami, il Giappone degli spiriti

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Kami, il Giappone degli spiriti

shinto kami

di Federica Giuliani | @traveltotaste

In Giappone li chiamano kami, ma noi li conosciamo come divinità e spiriti della Natura che, attraverso essa, si esprimono. Possono essere riconosciuti come la manifestazione di quelle sottili forze che popolano la Terra, ma sono anche visti come elementi mistici in grado di metterci in contatto con la divinità. Sono parte integrante dello Shintoismo e ne esisitono molte diverse forme, ma partiamo dal principio.

Shintoismo: la più antica religione del Giappone

Nacque circa 500 anni a. C. e, in principio, era una miscela di riti di adorazione della natura, sciamanesimo e tecniche di divinazione. Lo Shintoismo non ha un fondatore, né  sacre scritture a cui rifarsi, ma è una religione quasi filosofica, tollerante verso gli altri credi a cui porta il massimo rispetto.

Gli shintoisti rispettano gli animali come messaggeri dei kami, a ognuno dei quali è dedicato un santuario; sorgenti, fiumi, montagne e rocce sono considerati luoghi sacri; le cerimonie prevedono riti e offerte in onore dei kami, che sono cosiderati sempre benevoli e in grado di sostenere e proteggere.

I kami più famosi

    • Amaterasu, la dea del Sole e dell’Universo, è considerata la divinità più importante dello Shintoismo. L’Imperatore pare essere un suo diretto discendente, ed è il motivo per cui, fino alla Seconda Guerra Mondiale, veniva considerato egli stesso una divinità.
    • I Dosojin sono le divinità delle strade e dei sentieri, in senso metaforico ovviamente. I luoghi in cui sono soliti manifestarsi sono segnalati da pietre o sculture poste ai lati delle strade e vicino ai ponti.
    • Gli elementi e le forze della Natura sono altresì considerati manifestazioni divine. Ne sono un esempio i vulcani, come il Monte Fuji, ma anche alcune scogliere, cascate e laghi.
    • Inari è la divinità che protegge molti aspetti importanti in Giappone come il riso, il tè, la fertilità, l’amore e il successo. Inari usa come messaggeri terreni delle volpi bianche che, di conseguenza, sono molto rispettate in tutto il Paese. L’offerta più comune a questi animali è l’aburaage, un prodotto a base di soia di cui pare che le volpi siano golose.

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