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I nuovi nomadi sono digitali: la storia di Gianluca Orlandi

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I nuovi nomadi sono digitali: la storia di Gianluca Orlandi

Valladolid Mexico2

di Devis Bellucci | @devisbellucci

Un PC e una buona connessione. Questo è ciò che serve a tante persone per lavorare. In linea teorica, che uno sia in ufficio a Torino o in un ostello di Mosca cambia poco. Deve aver pensato così anche Gianluca Orlandi, 33 anni di Como, che fino al 2009 aveva il suo buon posto fisso a tempo indeterminato nella propria città natale. Situazione invidiabile, direte voi, che invece si trasforma in fretta in un’insopportabile angoscia per chi è ammalato di viaggio. Chiamiamoli pure sognatori. Meglio ancora, nomadi. Solo che i nomadi di una volta, quelli versione 1.0, buttavano quattro stracci, qualche libro e un paio di indirizzi in uno zaino e li ritrovavi a fare il barista (più spesso lo sguattero) in qualche alberghetto del Vecchio Continente, per poi tornare in patria rinsaviti e con le pive nel sacco.

Gianluca no. Lui è un nomade di seconda generazione. Quelli digitali, per intenderci. E per realizzare il sogno di lavorare ovunque gli è bastato aggiungere al suo PC, da cui non si separa mai, e alla connessione internet – va benissimo quella di un ostello o di un internet cafè – una buona competenza in ambito informatico, inventiva e tanta determinazione.

Dopo un inizio come social media manager freelance, che in pratica significa curare la parte social e la comunicazione online di un’azienda, oggi Gianluca gestisce una propria agenzia che si occupa di SEO & Web Marketing, traduzioni e consulenze nel settore dei viaggi. Nel corso degli anni ha creato e lanciato diversi progetti sul web, tra cui il recentissimo CambiareVita, un database con oltre 150 città, che contiene tante informazioni pratiche per chi desidera viaggiare o trasferirsi all’estero: costo della vita, trasporti, affitti, etc. Infine, i libri. Orlandi ne ha scritti tre, anche questi pieni di consigli per diventare nomadi digitali.

DPartiamo dall’inizio. Qual è stata la tua prima tappa in quel fatidico 2009 quando hai lasciato il lavoro e la tua vita in Italia?

R – Andai a Tenerife. L’obiettivo era quello di imparare lo spagnolo e stabilirmi nell’isola dell’eterna primavera, lavorando nel settore turistico. Allora non avevo la minima idea che ci fosse gente che lavorava in remoto grazie al web. Proprio durante la mia esperienza alle Canarie ho conosciuto una persona che realizzava siti internet con clienti da tutto il mondo. Quell’incontro è stato fondamentale per capire in che direzione proseguire e cominciare a interessarmi al lavoro online. Decisi quindi di trasferirmi a Londra per trovare lavoro nel settore del web marketing e fare esperienza, così da comprendere meglio le dinamiche di queste professioni.
DAdesso quanto e come lavori? Quali sono i tuoi obiettivi?

R – Solitamente lavoro 8-10 ore al giorno, quando rimango fermo in un solo posto per diversi mesi; se invece sono in viaggio dedico 3-4 ore al giorno al lavoro e il resto della mia giornata alla scoperta della città in cui mi trovo. Cerco sempre di fermarmi più a lungo in un posto proprio per avere il tempo di svolgere entrambe le attività. Al momento non ho soci e bene o male gestisco tutto da solo. Progetti per il 2017? Con la mia ragazza, che sta viaggiando con me, stiamo lavorando a un sito web in spagnolo, Equipaje de mano: si tratta di tradurre, ottimizzare e aggiornare gli oltre 400 articoli già presenti sui miei portali in italiano, così da creare appunto una risorsa anche in lingua spagnola. Poi, anche se al momento non ho una residenza fissa, uno degli obiettivi del 2017 è quello di decidere quale paese chiamare casa. Intendo il mio posto nel mondo, quel luogo dove tornare al ritorno da ogni viaggio. Negli ultimi anni ho vissuto per lo più in Messico e in Colombia, ma di recente mi ha molto colpito Singapore.
DCome viaggia un nomade digitale?
R – Leggero per spendere il meno possibile. Il mio stile di viaggio prevede solo il bagaglio a mano: un piccolo zaino da 10kg che mi permette di sfruttare al massimo le tariffe delle compagnie aeree low cost. Se vuoi saperne di più, ho creato il sito internet Bagaglio a Mano pieno di consigli per viaggiare spendendo pochissimo.

DSei una miniera di siti web! A questo punto mi domando se esiste un Paese dove avresti sognato di restare a lungo, ma non hai potuto per questioni lavorative. Ad esempio, un luogo dove manchi la connessione internet. Te lo chiedo perché sul tuo sito compare poco un parola che riempie, spesso alla nausea, i racconti di tanti viaggiatori: libertà. Per molti la libertà è proprio essere disconnessi, non avere internet, godere delle relazioni reali buttando a mare quelle virtuali. Che ne pensi? Sogni mai di liberarti anche dal PC?

R – Sinceramente sono una persona che non ama rimanere per troppo tempo su un’isola deserta lontano dal mondo. Non ho bisogno di disconnettermi e anzi internet è l’unico modo per rimanere in contatto con amici e parenti quando sono in viaggio. La mia città ideale è trafficata, caotica, moderna. Il mio personale concetto di libertà prevede la possibilità di decidere della mia vita in qualsiasi momento: dove vivere, dove lavorare e dove andare.

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