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Fiandre: la curiosa arte della pesca dei gamberetti a cavallo

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Fiandre: la curiosa arte della pesca dei gamberetti a cavallo

di Francesca Spanò | @francynefertiti

Abitudini particolari e tradizioni che affondano le radici nel passato, spesso convivono ancora oggi, mantenendo vivo lo spirito vero di un Paese. Succede così anche in Belgio, per la precisione nel paesino della costa occidentale Oostduinkerke, che non ha perso una delle sue peculiarità legate direttamente al Medioevo. In tale tratto di terra vicino al Mare del Nord, infatti, si pratica ancora l’arte della pesca dei gamberetti a cavallo, una pratica che incuriosisce ed emoziona.

Di cosa si tratta

Questo tipo di pesca si pratica soprattutto tra giugno e settembre per un paio di giorni a settimana, a partire dalla otto del mattino. Questo per sfruttare la bassa marea. Si utilizzano i cavalli da traino, quasi tutti di razza brabantina e a questo punto i pescatori locali, detti paardenvissers, gettano le loro reti che hanno forma triangolare. Ai lati della sella, invece, sistemano delle grosse ceste di vimini dove getteranno il raccolto. A questo punto, possono andare in acqua cercando di far immergere il cavallo fino al petto e iniziano a setacciare il fondo per una quindicina di minuti. Per due ore si va avanti così, tra azione e riposo.

Cosa è cambiato

In questa frazione di Koksijde, a 20 km dalla più conosciuta Ostenda, l’abitudine in questione è l’unica che sopravviva in Europa. Oggi, però, le cose sono inevitabilmente cambiate. Le fibre delle reti sono più fitte e resistenti, ma mantengono comunque i medesimi principi di un tempo, già a partire dal 1500. In quell’epoca ogni segreto della pesca, veniva annotato nei registri dell’abbazia cistercense di Ter Duinen e, ancora adesso, si leggono le note relative all’acquisto di reti.

Le aree dove si era diffusa erano quelle della Francia, del Belgio, dell’Olanda e dell’Inghilterra del sud. Ora, però, la pratica non si è persa soltanto a Oostduinkerke, grazie all’ecosistema che favorisce il proliferare dei gamberetti. In più sono molti i pescatori intenzionati a tramandare l’arte di generazione in generazione. Questo ha portato nel dicembre del 2013, l’Unesco ad inserire la pesca nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.

I gamberetti grigi

Sono detti anche “caviale del mare del Nord” e vengono inseriti in molti piatti famosi delle Fiandre. Un esempio su tutti è rappresentato dalle croquettes, una pastella che avvolge i gamberi e formaggio fuso. Le tomate-crevettes, invece, sono pomodori ripieni di gamberi e salsa rosa. Durante l’ultimo fine settimana di giugno, inoltre, si celebra la “Festa del Gambero” tra parate, eventi e tanto cibo a tema.

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