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Toraja: il popolo che festeggia i morti credendoli vivi

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Toraja: il popolo che festeggia i morti credendoli vivi

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di Francesca Spanò | @francynefertiti

Riesumare i morti e prepararli a festa per celebrarli come se fossero vivi. Succede davvero, perché di tradizioni bizzarre nel mondo ce ne sono moltissime. In questo caso, si tratta dei Toraja che vivono in Indonesia e che ogni anno organizzano un curioso quanto macabro rituale. Decidono di riesumare le persone decedute a loro care e rivestirle come se fossero invitate ad un banchetto. Ripulite e risistemate le salme, tornano in qualche modo a far parte della comunità come se sul corpo la fine della vita non avesse alcuna influenza. Del resto pure i tradizionali riti di accompagnamento alla sepoltura, qui sono molto importanti e considerati come un momento di grande aggregazione sociale. La cerimonia ha anche un nome tutto suo che è Ma’Nene e riguarda sempre il mese di agosto.

Le curiosità dell’appuntamento

Nei giorni che precedono la manifestazione, i parenti dei defunti sistemano i cadaveri, facendo indossare loro abiti nuovi dopo averli puliti e pettinati. In questo modo saranno sepolti ancora con monili e accessori del tutto diversi. Negli anni ai riti tradizionali, però, si sono aggiunte pure discutibili mode. Non ultimo quella dei selfie di gruppo con i morti tenuti in mostra.

Dove vivono i Toraja

Il gruppo etnico conduce da secoli la propria vita sui remoti altopiani nel sud dell’isola indonesiana di Sulawesi. Da sempre sono conosciuti oltre i confini in cui abitano per queste abitudini curiose che, però, rinforzano anche i rapporti tra i nuclei familiari. La pratica arriva da culti antichi di tipo animista che qui sono stati tramandati anche a causa dell’isolamento totale in cui sono sempre stati relegati. Da quando la notizia si è diffusa, da alcuni anni, non mancano i turisti interessati a non perdere la data in calendario.

Il rito

Comincia con la sepoltura che non è un evento unico ma graduale. Almeno a livello simbolico. Dopo il decesso si passa, dunque, dallo stato di addormentato a quello di persona scomparsa. Ecco perché non di rado si aspetta un tempo che va da alcuni mesi o ad anni per confermare che non si risveglierà più. E, tra l’altro, la famiglia ha bisogno di raccogliere quanto serve per il complesso e dispendioso momento in cui si concluderà il trapasso. Il morto, nel frattempo, è stato mummificato con la formaldeide e conservato nella casa natale in attesa della tumulazione. Questa avviene su una rupe inaccessibile insieme ad una statuetta in legno.

Photo Credit: Marc Ressang

© TravelGlobe RIPRODUZIONE RISERVATA

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