di Federica Giuliani | @traveltotaste
Il [b]Bhutan[/b], piccolo regno montano incastrato tra Tibet e India, è famoso per calcolare lo stato di benessere del Paese in base al FIL – felicità interna lorda – e per la sua Natura lussureggiante. Chi si avventura in questa terra, normalmente, si dedica al trekking sulle pendici himalayane e alla visita dei templi, ma c’è un’antica pratica di benessere che va provata.
Il [b]bagno con le pietre calde[/b] – Dotsho – è una pratica di medicina tradizionale bhutanese basata sull’utilizzo di acqua fresca proveniente da un fiume, foglie di Artemisia locale e sassi riscaldati sul fuoco.
L’antico nome del Bhutan – Menjung – significa “Terra di erbe medicinali” e la sua farmacopea risale al VII secolo prendendo ispirazione dall’ayurveda indiana.
Come funziona il bagno con le pietre calde
L’alchimia ha inizio con l’immersione del corpo in una vasca di legno piena di acqua fresca e foglie di Artemisia, la pianta con cui si prepara l’assenzio, dove vengono versate le pietre per riscaldare l’acqua. In questo modo nell’acqua si sprigionano sali minerali e proprietà rilassanti.
Il bagno dura circa 30-40 minuti e, durante la seduta, è possibile richiedere altre pietre calde per aumentare la temperatura dell’acqua.
È risaputo che [b]per viaggiare in Bhutan è obbligatorio appoggiarsi al governo locale[/b] e alle sue guide ufficiali. Al momento della prenotazione del tour è possibile inserire anche questo trattamento, che viene proposto sia in hotel di lusso che in sistemazioni più semplici.
Un paio di indirizzi:
Uma by COMO a Paro: Un resort di 29 stanze con esclusive ville private, dove godere della natura nel lusso e nel comfort. Artigianato locale e stile contemporaneo si combinano per offrire un soggiorno all’insegna del benessere totale.
Sherab Dema Farmhouse a Bumthang: Una fattoria dove entrare in contatto con la popolazione locale e provare il buon cibo locale, oltre al bagno con le pietra naturalmente.
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